
Inaugurato il terzo murales del contest realizzato dal writer Urto con lo studio B-Arch: “Un argine contro il consumo di suolo”
Trasformare, rigenerare, ripensare gli spazi per adattare le nostre città e gli edifici che la compongono ai cambiamenti in atto nella società. Passa da qui, dalla capacità di coniugare modernità e sostenibilità urbana e ambientale il futuro dell’architettura, per lo meno nell’approccio adottato da sempre da Alessandro Capellaro e Sabrina Bignami, titolari dello studio B-Arch. Un’idea di architettura capace di modificare gli spazi trasformando i loft in uffici, le banche in scuole, adattare le funzioni di ogni edificio alle rinnovate esigenze dettate dalla pandemia, dai nuovi modelli di lavoro e dalla diversa composizione sociale. Un’architettura, in una parola, leggera, che nel murales realizzato dal writer fiorentino, Urto, insieme ai professionisti dello studio B-Arch, all’interno dello spazio TaniniHome in via Maragliano a Firenze, si traduce in una città quasi fluttuante, che rimane ancorata al terreno grazie a un insieme di, rami, tronchi e radici che le permettono di rimanere al di sopra delle nuvole pur restando ancorata al suolo. È “La città sospesa”, appunto, come recita il titolo dell’opera, che si inserisce nell’ambito di Street Arch, la manifestazione ideata da TaniniHome, storico marchio fiorentino dell’arredo di interni, e dall’agenzia Towant, per mettere in dialogo il mondo dell’architettura con quello della street art.



“Questo è un progetto che unisce due linguaggi – spiegano gli autori –: le geometrie colorate e prive di sfumature tipiche della poetica di Urto e la passione per la gestualità e il disegno a mano, propria di B-Arch. Il risultato è un pallone areostatico abbastanza leggero per librarsi nell’aria ma al tempo stesso abitato da esseri umani che fanno del radicamento alla propria terra una cifra costante della loro vita. Un doppio livello che, in fondo, appartiene a ciascuno di noi”.
